Quando la visita a domicilio?
In questo articolo vorrei chiarire in quali casi la visita a domicilio è una modalità di intervento psicologico percorribile ed efficace.
La visita a domicilio è prevista in casi ben circoscritti, valutati dallo psicologo stesso sulla base di linee guida indicate dalla comunità dei professionisti.
L’intervento domiciliare è la modalità più efficace o l’unica possibile in casi come: pazienti impossibilitati ad uscire dal proprio domicilio a causa dell’intensità del disagio fisico o psicologico (forme di ansia di rilievo; problematiche di ritiro sociale, gravi condizioni di salute ecc), sostegno a neomamme nella gestione del puerperio e della relazione con il neonato (depressione post-partum o altri casi di impedimento grave a raggiungere lo studio del professionista), pazienti psichiatrici, pazienti terminali.
Riporto di seguito alcune riflessioni dell’ordine degli psicologi del Lazio sul tema:
“L’intervento psicologico domiciliare rappresenta un tipo d’intervento che vede lo psicologo intervenire entro un setting specifico, ovvero il contesto di convivenza dell’utente, al fine di trattare problematiche tali per cui l’intervento necessita di essere caratterizzato dalla presenza concreta del professionista entro le dinamiche relazionali agite proprie del soggetto di cui ci si occupa e dell’insieme organizzato delle sue relazioni. Questo è vero anche trasversalmente alle specifiche problematiche o ambiti dichiarati d’intervento.
Ad una riflessione più approfondita, relativamente al target dell’intervento psicologico domiciliare, il termine “domiciliare” appare riduttivo e omologante rispetto alla varietà dei problemi trattati e alla complessità delle situazioni che il professionista incontra e poco si adatta a modelli d’intervento che sono chiamati ad affrontare problemi molto diversi tra loro.
Infatti, nella realtà odierna, vediamo la professionalità dello psicologo intervenire a domicilio nell’ambito dell’assistenza agli anziani, sia in termini riabilitativi, sia di supporto alla famiglia (un esempio emblematico è l’intervento nei confronti di anziani affetti da Alzheimer e delle loro famiglie), nei confronti di pazienti psichiatrici, rispetto a soggetti con disabilità, a bambini e ragazzi diagnosticati nei modi più diversi, alle famiglie con questioni di vario genere, tra cui spiccano termini quali genitorialità e perinatalità, rispetto, infine, al più noto ambito delle cure palliative, del fine vita.”
(Sito dell’Ordine Psicologi Lazio)
Dott.ssa Daniela La Porta Psicologa Roma.